Anello Fedeveiz Pustot

Alpi di Moggio con la guida Miziomueç

Convinto che quando siamo saliti al Cuel da la Ceit abbiamo fatto una porcheria, sbagliando il sentiero di salita e cannandolo pure in discesa, ho preso al volo l'occasione di fare un giro in quelle pale boscose con un local che le conosce bene.

Passiamo per Stavoli; oltre a me e Mizio, il Selvaggio Dentista con la Chicca e la signorina Anna.

Il bosco porta i segni dell'uomo che lo ha utilizzato e rimaneggiato per lunghi secoli.

La sorgente di Fedeveiz che Mizio ha reso fruibile con un semitubo di salenc.

Il ricovero per gli animali nella foto sopra e la casèra Fedeveiz in quella sotto. Nell'ex pascolo, come in molti altri del Friuli, è stata realizzata nel dopoguerra una piantagione di abete rosso. Se non altro, la macchia dei sempreverdi si riconosce d'inverno dai monti circostanti e segnala l'esatto luogo ove sorgeva la casèra.

Poco distante dalla casèra Fedeveiz, Mizio ci porta a visitare dei clapusc che hanno una storia interessante. Qui si nascondevano i partigiani di Moggio quando la situazione in paese diventava pericolosa a causa di soffiate o rastrellamenti. Ci racconta Mizio che con molta probabilità in questo luogo sono ancora nascoste molte armi che gli alleati paracadutavano ai partigiani. Resta nella memoria popolare l'aereo che doveva portare i rifornimenti e che si è schiantato sul Sernio (vedi). Da questi clapusc molti anni fa è stata portata giù una mitragliatrice come testimonia la foto seguente.

Dopo questo excursus storico riprendiamo il sentiero per lo stavolo Pustot.

Come si può vedere dalle immagini il sentiero è ancora discretamente visibile e attraversa una zona scoscesa molto suggestiva.

Lo stavolo Pustot.

In definitiva un giro molto istruttivo. È come salire su una macchina del tempo che ci riporta in un mondo non troppo lontano, cristallizzatosi nello stato in cui fu abbandonato e solo le ingiurie del tempo a demolirlo piano piano.